Come nasce il progetto
La genesi:
era un pomeriggio del 2016 quando iniziai a buttare giù le prime idee per il progetto Do di Matto. Assecondando la mia indole di organizzare eventi e creare aggregazione, unendola al mio interesse per la salute mentale, l’ho proposto agli altri membri dell’Associazione Culturale Pasolini, di cui ero Presidente.
Il gruppo era attivo già da tre anni sottoforma di Circolo Letterario, ci ritrovavamo mensilmente per condividere la passione comune per la lettura. Insieme a Beatrice Gemelli, bibliotecaria, a novembre 2013 abbiamo dato al gruppo una veste burocratica costituendo l’Associazione.
Fino al 2018 abbiamo realizzato incontri e progetti collaborando con le istituzioni pratesi. È stato un periodo della mia vita molto bello di cui conservo il fermento creativo. Dunque, Do di Matto è un progetto dell’Associazione culturale Pasolini.
Che cos’è Do di Matto
Il progetto:
Do di Matto si è articolato in quattro laboratori sulla salute mentale a cadenza mensile (febbraio-maggio). L’incontro finale ha visto la partecipazione di Simone Cristicchi insieme agli attori Ariele Vincenti, Elisabetta Salvatori, Maurizio Mosetti e, alla chitarra e sonorizzazioni, Riccardo Corso, con la messa in scena dello spettacolo teatrale Lettere dal manicomio, ispirato alle lettere conservate nelle cartelle cliniche del Manicomio di Volterra.
I laboratori:
ogni incontro, attraverso il materiale proposto, è stato occasione di riflessione e scambio reciproco. Abbiamo sempre previsto parti pratiche di esercizi e giochi per stimolare l’aggregazione e affrontare, con un po’ di leggerezza, il mondo della malattia mentale. Come filo conduttore è stata scelta l’opera Centro di igiene mentale. Un cantastorie tra i matti di Simone Cristicchi. L’idea era quella di partire dalle storie vere, il libro infatti contiene 35 lettere del Manicomio di Volterra. Lettere, come tante altre, inascoltate. Per questo motivo, ho chiesto ai partecipanti di immaginare di essere i destinatari. Ognuno ha risposto in maniera individuale, restituendo dignità e ascolto a quelle persone appartenenti ormai a un altro tempo.
Ho coordinato i laboratori insieme a Giacomo Doni, il quale si è occupato anche di documentare tutto il percorso attraverso immagini e video. Entrambi abbiamo partecipato attivamente alle attività che proponevamo, confrontandoci con il gruppo di circa quaranta persone. Abbiamo indagato insieme il concetto di matto, stimolato tutti a superare limiti e resistenze che a volte non sappiamo nemmeno di avere.
Il confronto continuo, la condivisione, ci hanno guidato tra letteratura, arte e salute mentale.
L’incontro “Illustrissimi matti” è stato uno spunto per riflettere su quanto la creatività faccia parte di tutti noi e come questa, spesso, manifesti la sua genialità proprio nelle persone considerate “folli”. Abbiamo scelto di parlare del pittore Vincent Van Gogh, del profeta David Lazzaretti e della storia di Dinfna. In compagnia della musica di Wagner, abbiamo dipinto tutti insieme.
“L’Amore è folle altrimenti non è amore” scriveva Milan Kundera. I partecipanti hanno interpretato con un disegno, il rapporto tra follia e amore. Da innamorati, infatti, emergono tratti che ricordano da vicino alcuni disturbi mentali: ossessione, euforia, ansia, insonnia, perdita del senso del tempo, tormento. Se l’amore confina con la follia, è comunque una follia positiva, che stimola la parte creativa di noi.
La partecipazione di Simone Cristicchi
Infine, per concludere l’emozionante percorso del Do di Matto, abbiamo invitato l’autore del libro che ci ha guidato tra le storie di persone affette da disturbo mentale, Simone Cristicchi. Il pomeriggio abbiamo presentato il suo romanzo Il Secondo Figlio di Dio. Vita morte e misteri di David Lazzaretti. Si tratta del profeta amiatino, di cui avevamo parlato nei laboratori. Vissuto nel 1800, considerato eretico dalla Chiesa, santo dai suoi seguaci e matto da alcuni studiosi.
La sera è andato in scena lo spettacolo teatrale Lettere dal manicomio con Simone Cristicchi, Ariele Vincenti, Elisabetta Salvatori, Maurizio Mosetti e, alla chitarra e sonorizzazioni, Riccardo Corso.
Chi ha collaborato:
il Comune di Prato sostenendo economicamente l’iniziativa attraverso il bando Prato Estate 2016. L’Associazione Di.a.psi.gra italiana Onlus, che si occupa della difesa delle persone con problemi psichici ed è costituita in gran parte da utenti, familiari e volontari. L’Associazione di Volontariato Pangea, che si impegna a contrastare la discriminazione che nasce da stereotipi di genere, situazioni politiche e sociali instabili. Giacomo Doni, fotografo e esperto di salute mentale.
I luoghi di Prato che hanno ospitato gli incontri:
Ristorante Fuori di Pizza, Teatro Magnolfi, Circolo Giacomo Matteotti, Libreria Feltrinelli, Istituto di Documentazione Culturale Alessandro Lazzerini.