Durante alcuni periodi dell’anno ci sono palazzi storici del Comune e della Generalitat valenciana che vengono aperti gratuitamente al pubblico. Tra i tanti, sono andata a visitare il Palazzo della Generalità che si trova nella Città Vecchia. Dichiarato Monumento storico artistico nazionale nel 1931 e Monumento Storico della città di Valencia, risale al XV secolo, riunendo nella sua architettura lo stile gotico e rinascimentale.
A accompagnarmi una guida d’eccezione, la mia amica Maria Santoro, un’italiana che vive a Valencia da quasi quindici anni e che lavora come guida turistica ufficiale. Maria mi spiega che il Palazzo era la vecchia casa del notaio Jaume Desplá fino al 1422, quando vende l’immobile alla Generalità. Quest’ultima è un organo che si occupa dell’amministrazione delle tasse.
Da abitazione privata a residenza del Presidente della comunità
Iniziano dunque i lavori di ristrutturazione, per i quali viene chiamato niente di meno che l’architetto più in voga all’epoca, Pere Compte, il quale stava lavorando alla vicina La Borsa della Seta. A lui si deve la scala d’onore, sostituita oggi da quella realizzata da Juan Corbera. Si tratta di un tipo di scala che era molto comune nei palazzi signorili valenciani e in cui possiamo osservare, nella parte laterale, la forma degli scalini.
Una volta saliti in cima, ci troviamo di fronte a due porte: una porta al Salone d’onore e l’altra al Salone dei Re. Sopra la prima ci sono due medaglioni che rappresentano Fernando il Cattolico e la sua seconda sposa Germana De Foix. Questo mi riporta alla mente un giorno particolare dell’anno in cui è possibile vedere il luogo in cui è sepolta Germana de Foix con il suo terzo sposo Fernando di Aragona duca di Calabria. Si tratta di una cripta all’interno del Monastero di San Miguel de los Reyes, te lo racconto qui.
Sopra la seconda porta vediamo rappresentati i tre emblemi dell’antica Generalitat, i quali saranno ricorrenti in tutto il palazzo rappresentati in differenti espressioni artistiche. Si tratta dei tre Stati: religioso, politico e militare. Il Salone dei Re prende il nome dai ritratti immaginari che vi sono e che rappresentano la successione dei Re di Valencia. Da qui si accede alla Sala delle Corti dove sono raffigurati i deputati della Generalitat, il braccio ecclesiastico e, per mano del pittore italiano Francesco Pozzo, il braccio militare.
All’interno del Palazzo della Generalità anche l’opera di un italiano
Torniamo all’ingresso, nel patio gotico oggi coperto con un tetto di vetro. Qui si trova un’opera di Andreu Alfaro, un cerchio aperto di acciaio inossidabile che riduce l’ampio spazio e per nulla si addice al contesto. La scala che abbiamo appena salito si trova sulla sinistra, dirigiamoci adesso a destra, verso la Sala Dorata. Quest’ultima è utilizzata come sala dei ricevimenti, infatti, il Palazzo è residenza ufficiale del Presidente della Comunità, Ximo Puig Ferrer, al quale i valenciani si rivolgono con l’appellativo di “Molt Honorable Senyor”.
Una mescolanza tra lo stile gotico e quello del rinascimento
A parte il meraviglioso soffitto artigianale dipinto color oro, a colpirmi sono le opere del pittore Joaquín Sorolla presenti in questa sala: El Palleter declarando la guerra a Napoleón; Pescadoras Valencianas e infine, quella che riconosco subito, El Padre Jofré defendiendo a un loco.
Quest’opera rappresenta infatti, il frate valenciano Juan Gilalbert Jofré mentre difende una persona con problemi psichiatrici. Un episodio importante per la storia della salute mentale, la scintilla che diede vita al primo manicomio d’Europa, ma questa è un’altra storia, se sei curioso leggi qui.
Uscendo fuori dal Palazzo, passiamo davanti alla statua di Giacomo I il Conquistatore, colui al quale si deve la nascita di Valencia. Tutt’oggi il 9 ottobre, giorno della Comunità valenciana, si celebra questa importante figura. Sorprende vedere la statua in un angolo, quasi dietro il grande portone di legno, poco visibile ai più.
Resto un momento a osservare la magnificenza del Palazzo della Generalità dall’esterno prima di ringraziare e salutare Maria.