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Monastero, carcere o archivio?

monastero

Vieni con me a fare un giro a Valencia nel Monastero di San Miguel de los Reyes? Andiamo! Qui puoi vedere un edificio che nel corso del tempo ha cambiato la sua funzione conservando in gran parte la struttura architettura.

La sua storia risale al 1371, quando Arnau Saranyó, abate cistercense, acquista la fattoria Rascanya per fondare un monastero, i cui lavori terminano nel 1401. Un secolo e mezzo più tardi, l’ordine cistercense viene sostituito da quello di San Jerónimo con il nuovo nome San Miguel de los Reyes. Il Duca di Calabria Fernando di Aragona fa costruire il chiostro sud. Quando muore, nel 1550, lascia in eredità la sua famosa biblioteca, saccheggiata dall’arrivo dei francesi nel 1811.

Nel 1843, il Comune di Valencia e l’Accademia di San Carlos salvano il monastero dalla demolizione riacquistandolo dal privato a cui era stato ceduto. Diventerà un carcere, prima femminile poi meta di prigionieri politici dopo la guerra civile, fino al 1966, anno in cui viene definitivamente chiuso come carcere in seguito alla fuga di alcuni prigionieri che ne mettono in dubbio il sistema di sicurezza.

L’archivio valenciano e una tomba nascosta nel monastero

Negli anni ’80 inizia il recupero dell’antico monastero e nel 2000 viene abilitato come sede della Biblioteca di Valencia, te ne parlo qui. Un archivio che apre al pubblico una volta l’anno nel giorno di San Michele, dove, grazie a un fenomeno particolare, si può anche osservare il punto esatto in cui sono sepolti Fernando di Aragona e sua moglie. Te lo racconto qui.

Tra il 1971 e il 1985, il monastero ospita la Scuola Pubblica Reina Doña Germana. All’indomani della legge sull’educazione (nota come EGB), che poneva obiettivi di scolarizzazione, tutta la Spagna si mobilita per dare un luogo agli studenti, a volte installando anche aule prefabbricate. Si trattava di una situazione precaria, dove i ragazzi seguivano le lezioni con il trambusto dei numerosi camion che entravano e uscivano. Una parte dell’edificio, infatti, era destinata a magazzino di sfratto del Comune, un’altra accoglieva i senzatetto. Durante questi anni il monastero, nonostante le difficoltà, ha fatto fronte a un’esigenza di educazione pubblica.

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Oltre alla sua imponenza, sorprende il susseguirsi di istituzioni diverse di cui si trova ancora traccia dei dettagli. Possiamo infatti osservare le sigle religiose sopra le vecchie celle dei monaci, passeggiando per il chiostro. Gli stemmi del Duca di Aragona e quello della moglie Germana de Foix, troneggiano nella cripta sotto l’altare della Chiesa oggi sconsacrata (guarda il video). Nel padiglione nord si possono vedere le piccole finestre del carcere, ancora oggi molti spagnoli hanno un parente che è stato rinchiuso lì dentro durante il franchismo. Zone che adesso ospitano iniziative culturali e che è possibile visitare gratuitamente. Puoi informarti qui.

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