Se sei appassionato di nuove tecnologie, questo articolo fa per te. #laNUBE(AI) educando nell’era dell’intelligenza artificiale è una mostra attraverso la quale il visitatore può partecipare ai progetti guidati dall’Università di Memphis, dalla Carnegie Mellon University, dal CSIC Artificial Intelligence Research Institute, dall’Università di Melbourne, dalla Pompeu Fabra University e da StarLab-Neuroelectrics.
Ospitata all’interno del Caixa Forum, ovvero l’Agorà che si trova nella Città delle arti e della Scienza di Valencia, costruzione futuristica con un’area ellittica di 5000 metri quadrati, offre l’opportunità di indagare l’intelligenza artificiale in ambito educativo.
Gli spettatori entrano all’interno del Cloud Space, una sorta di navicella spaziale, qui si siedono a semicerchio ciascuno di fronte a un Ipad. Il primo esercizio serve a far capire in che modo lavora l’intelligenza artificiale. Ognuno è chiamato a disegnare a scelta una nuvola, una casa o un pesce. Su un grande schermo, appaiono suddivisi in gruppi i disegni riconosciuti. Una casa con molti dettagli, per esempio, potrebbe non essere riconosciuta a uno stadio iniziale di immagazzinamento dati, ma quanto più l’intelligenza artificiale si esercita nell’acquisire le versioni dello stesso disegno, più sarà in grado di creare un modello e riconoscere oggetti sempre più complessi.
L’intelligenza artificiale (IA) è un sistema di software e hardware che, dato un problema, agisce fisicamente o digitalmente in cinque passi. Inizialmente acquisisce i dati dall’ambiente e li interpreta per creare un modello. Processa le informazioni e ragiona su quanto acquisito, decide e presenta una soluzione al problema. Infine, analizza il risultato e adatta il suo comportamento per migliorare.
Come influisce l’intelligenza artificiale nell’educazione?
Dopo un test della personalità, l’IA divide i partecipanti in gruppi secondo le affinità emerse. Iniziamo con l’esperienza interattiva Norilla pensata per fomentare nei giovani un ragionamento critico nella soluzione dei problemi. Il tipo di attività combina l’utilizzo di materiale fisico, in questo caso dei mattoncini colorati per costruire torri, e l’elemento virtuale, ovvero un monitor che dà indicazioni sul come costruirle.
Lo scienziato informatico Kai-Fu Lee sostiene che l’AI, in un futuro prossimo, si occuperà del 40% delle attività dei professori, non solo nel correggere i compiti, quanto a sviluppare sistemi personalizzati di apprendimento per gli alunni. A questo proposito, un partecipante volontario indossa il casco Enobio, il quale registra l’attività elettrica del cervello. Può darci indicazioni sull’attenzione, la stanchezza, il coinvolgimento e, secondo gli studiosi, potrebbe essere utilizzato per individuare alunni con problemi cognitivi. In campo medico, invece, potrebbe essere utilizzato per diagnosticare o trattare malattie neurologiche come il deficit di attenzione.
Un’altra esperienza interattiva riguarda il ritmo, l’armonia e la melodia. Le persone si muovono di fronte a grandi monitor che ne analizzano la postura e il movimento per ricevere in cambio punteggi in percentuale sulla loro creatività e precisione.
Progresso e etica, come restare in equilibrio
Se finora niente di tutto ciò vi ha un po’ inquietato, dovreste provare il Biometric Mirror. Si tratta di un’applicazione che riconosce volti e gesti e gli assegna degli attributi. Il riconoscimento facciale potrebbe essere utilizzato con gli studenti che sostengono esami a distanza. Ma andiamo oltre. Ho provato a farmi scannerizzare dall’AI e se tra gli aspetti positivi ha indovinato che sono donna e mi ha dato dieci anni meno, dall’altra parte ha vomitato una serie di percentuali molto lontane dalla mia persona. Si è espressa per esempio in merito alla socialità, responsabilità, felicità, aggressività, stabilità emotiva ecc.
E se l’analisi biometrica venisse utilizzata durante i colloqui di lavoro? Al termine dell’esperienza i partecipanti hanno votato in merito all’attendibilità riscontrata in quest’ultima attività, quasi la totalità l’ha considerata non attendibile. È questione di tempo, ma si sa, il progresso tecnologico avanza velocemente, l’IA fa già parte della nostra quotidianità più di quanto immaginiamo.
#laNUBE(AI) oltre a mostrare gli studi in ambito tecnologico e aprire le porte a esperienze interattive, raccoglie proposte per costruire un sistema educativo inclusivo centrato sulle persone e sul loro sviluppo personale più che sulla competitività di gruppo.
È quanto mai opportuno indagare e creare occasioni di confronto sulle implicazioni etiche che l’intelligenza artificiale comporterà in maniera sempre più invadente. L’etica e il progresso, infatti, sono legate da un difficile equilibrio anch’esso in continua trasformazione.