Esploriamo il Lago più grande di Spagna nella riserva naturale dell’Albufera
Noi italiani pensiamo sempre al mangiare, si sa. Ma anche non volendoci pensare, come è possibile quando nemmeno a 10 Km dalla città si è immersi nell’origine della gastronomia valenciana? Sto parlando del Parco naturale dell’Albufera, 21.120 ettari di area protetta. Una riserva che ospita il lago, da cui prende il nome, più grande della Spagna: 2800 ettari dove trovano rifugio oltre 300 specie di uccelli.
L’Albufera è, riconosciuta come una delle zone umide di importanza internazionale inclusa nella lista Ramsar. Ospita più di 800 specie di piante, molte delle quali classificate come rare. È una zona di alimentazione, rifugio e nidificazione per i numerosi uccelli presenti. Questi ultimi, affrontano lunghe rotte migratorie e sono specie catalogate come rare o minacciate a livello nazionale e europeo. All’interno del parco sono presenti insetti, molluschi, crostacei, anfibi, rettili, pesci e mammiferi. L’habitat è molto vario: dune, spiagge, lagune, boschi, risaie.
Questa meravigliosa oasi naturale si può percorrere abbandonandosi a una lunga e romantica passeggiata, magari fermandosi alla torre di osservazione con vista panoramica, per conoscere l’avifauna. Ma si possono anche scoprire i piccoli paesini di pescatori intorno al lago e i porticcioli, avendo a disposizione ben 78 Km da fare in bicicletta.
In barca insieme ai pescatori alla scoperta delle risaie in cui è nata la Paella
Io mi sono avventurata alla scoperta di questo luogo magico, prendendo una delle barchette attraccate al piccolo porto di Catarroja.
Si tratta di un antico porto romano che per anni è stato il punto di collegamento tra le varie zone dell’Albufera. Ancora oggi è un punto di accesso al parco, basta solo accordarsi con uno dei pescatori che si occupano di valorizzare il territorio. Sono in 100 a essere attivi, la loro comunità, molto più ampia, è stata riconosciuta da Re Giacomo I nel 1250.
Ancora oggi, i pescatori scelgono la zona in cui pescare man mano che vengono estratti. Cosa significa? Scrivono il loro nome all’interno di palline di legno, redolins, e l’ultimo a essere sorteggiato è quello incaricato di passare il pesce del giorno al Mercato Centrale, con una percentuale sulle vendite.
Arrivare al porto di Catarroja è come fare un tuffo nel passato, circondati dalle imbarcazioni di legno scuro, quasi sembra di sentire lo sbuffo di Braccio di Ferro.
Miguel è stato la mia guida tra la palude e le risaie da cui è nata la paella. Amo le barche, poter navigare i canali di una riserva naturale è stato meraviglioso.
Il paesaggio cambiava e si rifletteva nell’acqua, ogni tanto una piccola casina sembrava emergere dai campi allagati.
I rumori degli animali presenti accompagnavano l’imbarcazione, sono riuscita anche a vedere un azzurro pollo sultano prima che sparisse tra i canneti.
Infine, l’Albufera si è rivelata in tutta la sua maestosità: il motore spento in mezzo al lago, la contemplazione, il mondo che entra. Una vera rigenerazione dei sensi.
Ammetto che un pensiero è andato anche alla paella, un’associazione abbastanza immediata quando si parla di Spagna, figuriamoci quando si è all’origine di tutto. Il tradizionale piatto spagnolo a base di riso nasce proprio qui, dalle risaie dell’Albufera.